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Alla bevanda caffè è indubbiamente riconosciuto un ruolo centrale nello sviluppo della cultura occidentale: le caffetterie sono luoghi in cui tutt’oggi si consumano importanti ruoli sociali, di incontro, condivisione e discussione. Una bevanda attorno alla quale si sono riunite non solo le elite alto-borghesi, ma che ha accompagnato lo sviluppo di innovazioni culturali e sociali importantissime. Già nel XV secolo la conoscenza della bevanda a base di caffè giunse da Damasco, al Cairo per arrivare infine a Istanbul, dove il suo consumo avveniva nei luoghi d’incontro dell’epoca, e dove il Kahveciba, ovvero il “Capo caffettiere”, era un personaggio importante della corte del Sultano. Nella sua opera Sylva sylvarum, pubblicata postuma nel 1627, Francis Bacon fornisce per primo una descrizione di questi locali in cui i turchi siedono a bere caffè, paragonandoli alle taverne europee.

 

 

Grazie ai suoi rapporti commerciali in Vicino Oriente, Venezia fu la prima a far uso del caffè in Italia, forse fin dal XVI secolo; ma le prime botteghe del caffè furono aperte solo nel 1645, così come si evince dai testi del medico e letterato Francesco Redi nel suo Bacco in Toscana. Attorno al 1650 cominciò ad essere importato e consumato nel Regno Unito e si aprirono di conseguenza i primi caffè, intesi come circoli e bar e detti in inglese coffeehouse, come ad esempio quelli di Oxford e di Londra. Nel 1663 nel Regno Unito vi erano già 80 coffeehouse, cresciuti vertiginosamente fino a superare le 3.000 unità nel 1715. I caffè divennero presto luoghi di nascita e diffusione di idee liberali, e furono frequentati da letterati, politici e filosofi, diffondendone l’uso in tutta Europa. Nel 1670 aprì il primo caffè a Berlino e nel 1686 a Parigi.
Nel 1684 Franciszek Jerzy Kulczycki, soldato delle truppe del re polacco Jan III Sobieski, che era giunto in Austria per salvare Vienna dall’assedio dei Turchi, dopo la liberazione della città, aprì in questa la prima bottega del caffè, fra le prime in Europa. Costui utilizzò all’inizio i sacchi di caffè abbandonati dall’esercito ottomano in fuga.

 

Nel 1689 venne inaugurato il primo caffè negli Stati Uniti d’America, a Boston, denominato London Coffee House. Seguì il The King’s Arms, aperto a New York nel 1696.
Nel Settecento ogni città d’Europa possedeva almeno un caffè. Le residenze nobiliari erano spesso dotate di appositi edifici destinati al consumo del caffè in tazza, le kaffeehaus, ispirate a quelle dei giardini reali di Sassonia. Il caffè incominciò,così, ad essere coltivato in larga scala nelle colonie britanniche e in quelle olandesi in Indonesia, favorendo via via la decrescita del costo della bevanda e generalizzandone sempre di più il consumo. Così si innescò quel processo culturale che fa sì che oggi in tutto il mondo il caffè sia un rito irrinunciabile della vita quotidiana.

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Di Massimo Prandi

Massimo Prandi