L’industria del caffè in Francia ha chiuso il 2020 brindando a risultati più che brillanti, con numeri in crescita in tutte le categorie, fatta eccezione per il fuori casa. Lo confermano i dati Iri, che attestano una crescita complessiva del mercato di oltralpe del 3,2% a volume e dell’8,8% a valore. E la crescita è proseguita anche quest’anno.
Secondo i dati Nielsen per i 12 mesi a luglio 2021, il fatturato è arrivato a 3,14 miliardi di euro, con un +1,6% sul periodo precedente. Il porzionato è la voce dominante, con un fatturato di 1,7 miliardi, in crescita del 7,5%.
La categoria classica del torrefatto macinato si ferma a 800 milioni incassando comunque una crescita del 3%. Ma le voci in maggiore ascesa sono quelle del torrefatto in grani (+38%), che raggiunge i 200 milioni, e del caffè bio, che registra un +19%.
Capsule e cialde rimangono il principale driver di mercato. Nel c.d. “periodo Covid-19” (marzo 2020 –aprile 2021), il porzionato ha contribuito alla crescita del settore per 202 milioni di euro.
Lo standard più diffuso? Senseo, il sistema a cialda in carta messo a punto vent’anni fa da Philips e Douwe Egberts, popolare ed economico, che vanta una quota di mercato del 27,8% e un tasso di penetrazione nelle famiglie francesi del 21%. Nespresso è secondo, con il 22,5%, seguito da Dolce Gusto (16%) e Tassimo (15,1%).
Tra i prodotti compatibili Nespresso, Jde (marchio l’Or) fa la parte del leone, con oltre il 50% di share in Gdo. Per le compatibili Dolce Gusto volano le vendite dei prodotti a marchio Carte Noire (Lavazza), con un +26,3% nei 12 mesi trascorsi.
Forte l’impegno di tutti principali torrefattori sul fronte della sostenibilità, anche per venire incontro alla sempre maggiore sensibilità ambientale dei consumatori.