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Wolkswagen Group Innovation sta lavorando alla prossima generazione di materiali per gli interni dei veicoli. Tra questi c’è la similpelle realizzata utilizzando il silverskin, cioè una pellicola che si stacca dal chicco di caffè durante la tostatura.

La pelle è uno dei materiali ampiamente utilizzati per gli interni dei veicoli: dai rivestimenti dei sedili alla corona del volante, i braccioli, i pannelli e la leva del cambio. Nei modelli elettrici della famiglia ID. Volkswagen ha scelto di ridurre al minimo l’utilizzo di materiali di origine animale e di lavorare per diminuire la carbon footprint di ogni componente, con l’obiettivo di rendere l’auto sempre più sostenibile, sotto tutti i punti di vista. È un approccio olistico, che parte dalle materie prime e termina con il riciclo, tenendo in considerazione l’intero ciclo di vita del veicolo.

Nelle auto della famiglia ID. non viene utilizzata pelle convenzionale di origine animale. Una soluzione per rimpiazzarla è la similpelle, che ha caratteristiche visive e tattili simili, è resistente e facile da pulire. È un’alternativa apprezzata in molti mercati, dalla Cina agli Stati Uniti.

Per migliorare la carbon footprint degli interni una delle soluzioni possibili è aumentare la quota di materiali organici nella finta pelle, in gran parte costituita da materie plastiche contenenti olio minerale, come poliuretano o PVC. La similpelle ha una struttura multistrato costituita da un dorso in tessuto, dai materiali di riempimento e infine dalla superficie esterna.

 

L’idea più recente riguarda l’uso del caffè come materia prima per la finta pelle. Quando i chicchi di caffè vengono tostati, il cosiddetto silverskin – o pellicola argentea – che circonda il chicco si accumula come sottoprodotto. Già in una torrefazione di medie dimensioni si accumulano diversi sacchi al giorno di questa pellicola, che di solito viene bruciata o compostata e solo in piccola parte trasformata in fertilizzante. Poiché contiene molta caffeina, non può essere sfruttata per l’alimentazione animale e nemmeno per produrre biogas.

Nel caso di Volkswagen, la materia prima – cioè il silverskin – viene fornita dalla torrefazione del caffè Heimbs di Braunschweig, fondata nel 1880 e dal 1954 attiva con la produzione nel distretto settentrionale di Ringgebiet, a 40 chilometri dall’Autostadt di Wolfsburg. Il caffè verde di alta qualità viene stoccato in sacchi di iuta e immagazzinato nei sotterranei dello stabilimento; viene conservato in un caveau dalle pareti spesse, fortunatamente rimaste intatte durante la guerra. All’interno c’è un odore erbaceo, leggermente acido, assai diverso da quello che conosciamo tutti, che è il risultato del processo di tostatura.

Quella di Heimbs è l’unica torrefazione tedesca ad utilizzare il metodo di tostatura brevettato aerotherm, che permette di non alterare il sapore dei chicchi. Heimbs, inoltre, usa ancora i macchinari originali del 1954, mentre altri componenti come i refrigeratori sono stati aggiornati a fine anni Ottanta.

Al momento Volkswagen sta testando la similpelle da caffè realizzata con il silverskin, per verificare che soddisfi i rigorosi criteri di qualità, visto che deve resistere a forti sollecitazioni per molti anni e mantenere le sue qualità visive e tattili per l’intera vita di un veicolo. “Nei test effettuati finora la durata sembra essere paragonabile a quella di forme collaudate di similpelle” racconta Gottschling, spiegando poi che i campioni testati hanno una percentuale di materiali organici superiore al 50%, inclusi il silverskin e il tessuto per il dorso, realizzato con materie prime rinnovabili.