Nonostante l’aumento del costo delle materie prime e il crescente lievitare dei costi dell’energia, il sistema alimentare si proietta al futuro con crescente ottimismo. L’84,5% delle aziende, infatti, crede che la crisi darà un’ulteriore spinta al sistema: questi sono i dati di Unione Italiana Food che rappresenta 550 aziende del settore agroalimentare. Costo delle materie prime e il crescente lievitare dei costi della componente energetica sono i due elementi che figurano in cima alle preoccupazioni del settore del food. Ma nonostante uno scenario internazionale estremamente complesso, il sistema alimentare è determinato a resistere e getta lo sguardo al futuro con ottimismo. Secondo 7 aziende su 10 le difficoltà attuali non fermeranno gli investimenti in sostenibilità e per l’84,5% delle aziende la crisi darà una spinta al nostro sistema.
È questa la fotografia scattata dalla indagine realizzata su un campione di oltre 100 aziende di Unione Italiana Food, che rappresenta 550 aziende dell’agroalimentare, presentata nel corso della Assemblea annuale dal titolo “L’industria alimentare italiana alla prova del futuro. L’innovazione come strategia per garantire cibo accessibile e sostenibile sulle tavole di domani”.
Il presidente di UnionFood, Marco Lavazza, ha spiegato: “dopo la pandemia di Covid-19 e il conseguente blocco nella logistica dei trasporti, speravamo di essere all’alba di un periodo di ripresa, ma la guerra in Ucraina e gli aumenti dei costi dell’energia ci hanno portato a nuove e inaspettate difficoltà. Per il comparto alimentare la scarsità di materie prime è un problema complesso capace di creare danni significativi”.
Nel 2021 i settori merceologici rappresentati da Unione Italiana Food hanno registrato performance nel complesso positive anche nel 2021. Aumenta infatti, del 4%, il fatturato complessivo del settore, che ormai sfiora i 45 miliardi di euro. Nel dolciario bene il cioccolato (+7,8%) e i prodotti da forno (+6,7%).
Cresce il caffè (+5,6%), mentre le performance dei prodotti vegetali (+6,7%, con punte per la cosiddetta IV gamma) e dei cibi funzionali (+7%) rispecchiano la nuova attenzione degli italiani a cercare il benessere anche nel cibo che portano in tavola. Bene, infine, anche i surgelati (+5,3%).
Mentre sui mercati esteri la parte del leone la fanno gli integratori (+20%), il caffè (+ 14,3%) e prodotti vegetali come conserve, marmellate e confetture (+9%).