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Sensori che fiutano la qualità dei chicchi di caffè, come un naso esperto, e macchine messe in rete in cloud per un migliore utilizzo e per ridurre i costi energetici e ambientali. Anche dietro una tazzina di caffè si può nascondere una tecnologia complessa, che perfeziona il rituale del caffè e lo rende sempre più sostenibile. Prendere una tazzina di caffè è un gesto che compiamo quotidianamente, per coccolarci ma anche per darci la carica che ci permette di affrontare la giornata di impegni e di lavoro. E in ufficio la pausa caffè è anche l’occasione per rilassarsi qualche minuto e fare due chiacchiere con i colleghi e le colleghe.

Bere un espresso non è quindi solo una consumazione come un’altra, ma è un gesto sociale, e chi lavora nel settore lo sa bene: per questo la ricerca punta a migliorare ancora questa esperienza, valorizzando la filiera produttiva e l’utilizzo dei chicchi, prodotti nelle piantagioni, nel rispetto delle loro caratteristiche e dell’ambiente. Le innovazioni nel settore si stanno moltiplicando e spesso sfuggono all’occhio del consumatore, perché avvengono “dietro le quinte”, ma alcune si riconoscono al palato, con un impatto diretto su quello che viene servito al bancone di un bar o al tavolo di un ristorante. Il Gruppo Cimbali ha un’esperienza di 110 anni nelle macchine professionali per caffè espresso e da qualche anno ha messo la sostenibilità al centro del suo operato: «Stimoli interni ed esterni ci hanno fatto identificare la sostenibilità come asset strategico e abbiamo messo in campo una serie di azioni con parametri precisi di riferimento, perché quello che è misurabile è migliorabile», spiega Maurizio Tursini, Chief Product&Technology Officer. «Per esempio, calcoliamo il grado di riciclabilità dei nostri prodotti e la percentuale di materia riciclata che contengono, per darci dei target di sviluppo».

Le innovazioni spingono nella direzione ambientalista anche sotto altri aspetti, come il “Naso Elettronico”, che ha ricevuto lo scorso anno il “Premio Innovazione Smau 2021”. Smau è il Salone Macchine e Attrezzature per l’Ufficio, che ha visto la sua prima edizione nel 1964. Il “Naso elettronico” è un sistema di tre sensori Nasys in grado di “respirare” l’aria nella tramoggia per macinadosatori e catturare le componenti volatili, che vengono tradotte in segnali elettrici. I dati ottenuti si possono quindi confrontare con quelli presenti in cloud e verificare quale miscela sia presente nella macchina, tra quelle che sono state precedentemente registrate. Un meccanismo utile per tracciare il prodotto dalla piantagione alla tazzina, ma anche per verificarne la freschezza e spingere baristi e ristoratori a un uso consapevole dei chicchi di caffè, che ne esaltino il sapore, regolando macinatura, temperatura e pressione per ottenere il risultato desiderato.

La M200, invece, è l’ultima arrivata in casa Cimbali ed è un modello di macchina per il caffè che vuole abbattere i consumi di energia, in un momento dove le bollette sono uno dei problemi principali per le imprese. L’introduzione di una termica a boiler indipendente permette di abbassare del 40% i consumi del primo riscaldamento, cioè quello che serve per portare la macchina da fredda a pronta per l’uso. Un altro aiuto arriva dall’intelligenza artificiale: le macchine possono essere connesse in rete, così da monitorare il loro utilizzo e individuare momenti di bassa produttività, durante la giornata, nei quali si può risparmiare energia. Ma non solo: uno smart plug collega la macchina alla rete elettrica e, sempre tramite il cloud, suggerisce al barista di spegnerla in certi momenti, oppure lo fa automaticamente.