Favorire il reintegro nella società, anche grazie ad un lavoro che, quotidianamente, si basa sul contatto con le persone: ecco la mission del corso tenuto dalla coffee expert Renata Zanon alla Casa Circondariale di Cremona per aiutare i detenuti ad aprire nuove sfide e prospettive professionali.
Grande entusiasmo per tre giorni in cui i partecipanti si sono letteralmente immersi nel mondo dello Specialty Coffee, tra teoria, pratica e molta emozione.
“Non è la prima volta che ho la possibilità di vivere queste esperienze” ha confidato Renata Zanon, “e ogni volta noto molta partecipazione ed interesse verso l’apprendimento di queste tecniche. In un primo momento, ho notato in tutti una certa timidezza, specialmente nella parte pratica, ma in generale si sono dimostrati appassionati e hanno messo molto impegno in tutte le fasi.”
Il corso prevedeva tre giorni in cui i detenuti si sono cimentati tra caffè e cappuccini, supportati da una macchina incredibilmente versatile come Wega Mininova che si è rivelata veramente efficiente in condizioni critiche, come spiega Renata:
“Questa piccola grande macchina è stata una rivelazione. Mininova è performante ovunque: le basta un voltaggio da 220 per funzionare e in più, la cassetta dell’acqua non necessita di allacciamento. Questo ha fatto di lei la macchina perfetta per l’occasione.”
Giornate diverse, dove un po’ della realtà esterna è potuta entrare all’interno della struttura, proiettando i partecipanti in una nuova dimensione futura.
“Il corso è stato davvero bello” ha spiegato uno dei partecipanti. “Ho scoperto cose nuove sul caffè che prima non sapevo. È proprio vero che non si finisce mai di imparare! Renata ci ha dato molti spunti e ha risvegliato la nostra curiosità. Sono molto contento di questa esperienza, magari in futuro avrò l’occasione di approfondire meglio questo settore, perché no?”
Il caffè si è rivelato ancora una volta un potente collante per il dialogo. I partecipanti infatti non si sono cimentati solo con sfide professionali ma hanno anche preparato il caffè con la moka classica, un modo per condividere ciò che avevano appreso anche con i compagni di cella e instaurare un rapporto formativo e di riflessione.
“Queste esperienze arricchiscono tutti” ha concluso Renata. “In questi contesti c’è molto bisogno anche di professionisti che si prestino a formare i detenuti che cercano riscatto nella società. Comprendo che la fiducia sia una questione molto delicata ma sono convinta che tutti meritino una seconda possibilità e queste sono occasioni uniche per dimostrare l’affidabilità e la consapevolezza che queste persone hanno maturato dopo un percorso di reclusione.”