Nel corso degli ultimi tre decenni, il consumo mondiale di caffè ha evidenziato un trend in crescita, con un particolare incremento del consumo di caffè in capsule che ha avuto ripercussioni negative sul piano ambientale. Recenti ricerche indicano che la produzione di caffè contribuisce dal 40% all’80% alle emissioni totali nel ciclo di vita del prodotto.
Parallelamente, i cambiamenti climatici stanno influenzando la coltivazione del caffè: si prevede che entro il 2050 metà dei terreni attualmente utilizzati per le piantagioni di caffè diventeranno improduttivi con aree come Brasile, Vietnam, Honduras e India classificate come particolarmente vulnerabili. Un’altra criticità riguarda lo sfruttamento delle comunità locali: il 44% dei piccoli produttori vive in condizioni di povertà e il 22% in povertà estrema, con relative questioni etiche legate alla sostenibilità sociale.
In risposta a queste problematiche, sta emergendo l’idea di una transizione verso alternative al caffè naturale, come il caffè sintetico ottenuto da colture cellulari di caffè realizzate in bioreattori. Ma se ci fosse una alternativa naturale e realmente sostenibile?
La soluzione la offre INCAPTO, startup spagnola nata nel 2020 nella città di Barcellona e oggi operativa anche in Italia, con l’intento di promuovere il consumo di specialty coffee in grani e proporre un’alternativa alle capsule così da eliminare i rifiuti superflui e ridurre la carbon footprint sul pianeta, oltre a garantire una maggiore tracciabilità dell’origine e una catena che assicuri stabilità economica agli agricoltori delle piantagioni.
I chicchi di caffè, spiega l’azienda, potrebbero limitare l’impatto della plastica sull’ambiente e i costi del consumo, traducendosi in benefici tangibili non solo per i coltivatori, ma anche per il consumatore finale. Secondo i calcoli di INCAPTO, con i chicchi di caffè si riduce la spesa di oltre 5.000 euro in 10 anni e si risparmiano fino a 17 kg di plastica all’anno a persona.
“Il nostro obiettivo è favorire un consumo di caffè sostenibile per l’ambiente e per la società, ma anche accessibile a livello economico. Per farlo, evitiamo la produzione di rifiuti inutili, come le capsule di alluminio, e sosteniamo i piccoli coltivatori con una relazione priva di intermediari che ci permette di abbattere i costi di gestione. Oltre alla responsabilità sociale e alla volontà di contribuire positivamente alla sostenibilità, ci teniamo a far comprendere quanto il consumo di chicchi di caffè possa far risparmiare rispetto alle capsule: proprio per questo abbiamo scelto di elaborare un calcolatore di risparmio del caffè che traduca numericamente i nostri obiettivi”, commenta Beatriz Mesas, assaggiatrice professionista e co-fondatrice di INCAPTO.
Grazie al caffè in grani è possibile dimezzare il costo per ogni tazza di caffè. Per dimostrarlo, INCAPTO – che dalla sua fondazione ha ridotto il numero delle capsule di 33 milioni di unità – ha sviluppato un calcolatore del risparmio del caffè: attraverso una serie di dati, come il consumo medio della bevanda, il costo della macchina e il prezzo del caffè, il calcolatore permette di verificare l’ammontare totale del risparmio in euro che si otterrebbe in un periodo di dieci anni se si eliminassero le capsule a favore dei grani. Inoltre, grazie a questi dati, il calcolatore può determinare il recupero dell’investimento, ovvero il periodo necessario per recuperare i costi di acquisto della macchina da caffè.
Supponendo una famiglia composta da quattro persone con un consumo medio giornaliero di 6 tazze di caffè totali, stabilendo a 0,40 centesimi il costo medio di una capsula e a 60 euro il prezzo di una macchina da caffè in capsule, il calcolatore evidenzia come – nell’arco di 10 anni – sia possibile risparmiare oltre 5.000 euro e che sarebbero necessari poco più di 4 mesi per recuperare l’investimento.
“Per noi è fondamentale sensibilizzare sull’importanza di un consumo consapevole e sostenibile di caffè. L’inquinamento ambientale è qualcosa che riguarda tutti noi e, proprio per questo, abbiamo la responsabilità di contribuire positivamente, anche con piccole azioni quotidiane, a contenere il problema. Quindi perché non iniziare proprio dal caffè, una delle bevande più diffuse al mondo, dall’eliminazione delle capsule e dall’adozione dei grani?”, conclude Beatriz Mesas.