Il rito del caffè espresso italiano, candidato a Patrimonio Immateriale dell’Umanità Unesco, si conferma trait d’union di tradizione storica e nuove generazioni, da nord a sud. Secondo stime Unioncamere-Infocamere raccolte dal Gruppo Italiano Torrefattori Caffè, fra le 930 imprese del settore nel 2020, quelle guidate dagli under 40 rappresentano il 6,5% e superano la media nazionale delle aziende manifatturiere giovanili (5,4%).
E’ segnalato che dagli ultimi report il settore, accanto alla vitalità imprenditoriale giovanile, deve però fare i con i conti con la crisi pandemica ed emergenziale del momento. Secondo dati del Gruppo Italiano Torrefattori Caffè e in particolare del Consorzio Promozione Caffè, per mezzo del suo presidente Michele Monzini, dopo un 2019 di crescita del settore (+0,8%), il 2020 ha registrato una riduzione dei consumi fuori casa: le perdite di fatturato delle torrefazioni nel canale horeca nel 2020 sono indicate pari al 40%. L’ unico canale che non avrebbe sofferto nel 2020 è- viene sostenuto il canale retail tradizionale ed e-commerce, cresciuto il primo a valore del 10,3% mentre il secondo con tassi prossimi al 50%, ma valendo- è precisato- meno del 2% del totale retail. Il trend economico ha portato a chiedere al Gruppo Italiano Torrefattori Caffè un tavolo di confronto al governo Draghi. “A tutela delle Torrefazioni italiane e vicini ai pubblici esercizi, abbiamo interpellato- spiega Alessandro Bianchin, presidente del Gruppo Italiano Torrefattori Caffè- il presidente del Consiglio e i ministeri di competenza affinché si impegnino ad agire ora, per arginare l’ondata di fallimenti che rischia di diventare inarrestabile, siamo disponibili ad un serio confronto che porti alla revisione delle direttive ed all’adozione di nuovi protocolli.”