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Che il popolo italiano, soprattutto nelle regioni mediterranee, abbia un grande senso di ospitalità e generosità è risaputo. Così come anche il legame culturale tra il caffè e le relazioni sociali, che vedono nel rito della preparazione e consumo del contenuto della tazzina un vero e proprio pilastro tradizionale. Soprattutto a Napoli, patria dell’espresso, sono nate molte usanze particolari, alcune delle quali racchiudono un valore etico molto elevate: tra queste non si può evitare di citare il cosiddetto “caffè sospeso”.

Il caffè sospeso è nato proprio in terra partenopea e ha rappresentato un simbolo di grande valore nelle tradizioni popolari del luogo. Quando si va al bar e si ordina un caffè sospeso, in realtà se ne ordinano (e se ne pagano) due, di cui uno rimane, appunto, in sospeso. Ne usufruirà il cliente successivo, in segno di festeggiamento per qualche particolare avvenimento.

Sulle origini di questa tradizione non ci sono documenti certi. Sembrerebbe sia nata dai “simpatici” litigi che si scatenavano tra amici o conoscenti che si recavano al bar insieme: al momento di pagare il conto non ci si metteva mai d’accordo su chi dovesse farlo e alla fine, spesso, si finiva per pagare un caffè in più. Nessuno però richiedeva mai indietro il denaro per il caffè non consumato e così il barista lo preparava per uno sconosciuto sopraggiunto successivamente. Nella cultura napoletana, questa usanza rientra tra quelle definite solidali, ovvero una serie di gesti e iniziative volte ad aiutarsi a vicenda.

Il caffè sospeso è diventato anche un libro di Luciano De Crescenzo, nel quale l’autore ha raccolto articoli e aneddoti sulla tradizione e li ha personalizzati cercando di raccontare tutte le sfumature di questa abitudine napoletana.

Se nel corso del tempo, a Napoli, il caffè sospeso ha perso via via molta della sua popolarità, la tradizione ha provato a sbarcare all’estero, diffondendosi soprattutto in Argentina anche se in un’altra forma, ovvero prendendo in oggetto non il caffè, bensì alimenti tipici della nazione.

La poetessa Ketti Martino ha preso spunto dalla tradizione del caffè sospeso per promuovere la poesia come bene comune da condividere e ne sono nati svariati incontri nella caffetteria “Settebello” di Napoli.

La magia in una tazzina di caffè va ben oltre il semplice gusto ed è per questo che se ne ricava soddisfazione sia nel prepararlo, sia nel berlo e sia nell’offrirlo. 

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Di Massimo Prandi

Massimo Prandi