Il 7 e 8 novembre Nuvola Lavazza, a Torino, ha ospitato il Global Social Business Summit 2022, organizzato da The Grameen Creative Lab e Yunus Centre. Ogni anno, esperti, professionisti, stakeholder e amici della comunità del social business si riuniscono da tutto il mondo per promuovere discussioni e conversazioni sulle questioni più urgenti al fine di portare un cambiamento positivo nel mondo.
Lavazza ospita il Global Social Business Summit 2022
Il 7 novembre alle ore 14,30 si è tenuto l’incontro: “Imparare dal sistema caffè: una comunità che lavora con successo per raggiungere gli SDG”, in cui sono intervenuti:
• Giuseppe Lavazza, vicepresidente Lavazza Group
• Muhammad Yunus – Premio Nobel per la Pace 2006 e Co-Fondatore di Global Social Business Summit
• Faris Sheibani – Fondatore e ceo di Qima Coffee.
Il caffè ha un ruolo importante nella società, non solo per creare connessioni e comunità, ma è essenziale per consentire la sostenibilità ambientale e l’imprenditorialità sociale.
Lavazza racconta la sua esperienza attraverso il progetto di sviluppo sostenibile in Yemen, come ispirazione alla leadership e al movimento del social business.
La terra dello Yemen è martoriata da un lungo conflitto iniziato nella primavera araba del 2011. La transizione politica avrebbe dovuto portare stabilità nel Paese, uno dei più poveri in tutto il Medio Oriente, ma così non è stato. Da allora la situazione in Yemen è precipitata, dando origine a una delle peggiori crisi umanitarie in corso al mondo.
La situazione nello Yemen
4 milioni di persone hanno lasciato le loro case;
20 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria;
2 milioni di bambini necessitano di cure per malattie gravi legate alla malnutrizione.
Il progetto biennale, nato nel 2020 dalla collaborazione tra Fondazione Lavazza, Qima Coffee e Fondazione Qima, assicura prosperità alla comunità di piccoli caficoltori yemeniti.
Il progetto, basato sull’etica “Trade not aid”, si concentra su tre temi importanti:
• Agricoltura sostenibile;
• Uguaglianza di genere;
• Educazione.
Innanzitutto è stato condotto il primo sondaggio nazionale sulla coltivazione del caffè a livello familiare, con il coinvolgimento di 1.580 persone di 148 nuclei familiari per definire le esigenze in loco.
E’ emerso che la coltivazione del caffè è attrattiva per molti, ma con molti limiti, in primis il problema dell’acqua e le difficoltà di irrigazione. L’analisi dei risultati ha evidenziato che il caffè rappresenta il 50% del reddito, con elevati margini di profitto medio per famiglia.
Risultati dei primi due anni di progetto
• 1.500 caficoltori beneficiari del progetto di cui 60% donne
• 165 produttori formati sulle buone pratiche agricole e soluzioni innovative
• 1.350 contadini ora hanno accesso al mercato del caffè premium (specialty coffee) che consente una redditività maggiore.
Tra questi 60 donne: si può affermare che per la prima volta in Yemen delle agricoltrici sono state in grado di commercializzare direttamente i loro prodotti nei mercati premium del mondo, avendo accesso ad aste di specialty coffee.
E’ stata creata la prima “Farm modello” con 2.100 piante di caffè in 10 appezzamenti di varietà diverse, sviluppando anche un prototipo per ombreggiatura artificiale.
E’ stato poi costruito il primo bacino d’acqua di 900 metri cubi con rivestimento e sistema di raccolta a pioggia non invasivo; 2 centri di lavorazione e processamento di 5.500 m quadri per la lavorazione delle bacche e 250 letti di essicazione e di adeguate strutture di stoccaggio.
In fine è stato realizzato il primo vivaio per la distribuzione di 70.000 piantine, di cui 15.000 sono state donate alle produttrici, l’obiettivo per il 2022 è di raggiungere le 150.000 piantine.
Sono stati creati 2 centri di lavorazione del caffè:
Il primo centro è per 1.500 agricoltori e fornisce lavorazione primaria della materia prima caffè. È nella capitale del Dhamar, nel nord dello Yemen.
Il secondo centro è per la lavorazione secondaria: ha già lavorato un totale di 150 tonnellate di ciliegie a beneficio di 1.350 coltivatori uomini e donne da tutto il paese; dotato di macchinari all’avanguardia per fornire servizi avanzati a valore aggiunto come l’essiccamento meccanico; è nel cuore di Sana’a. In prospettiva ha la capacità di servire circa 7.500 agricoltori. Il 50% degli addetti alla struttura è donna.
Nel Board of Experts, comitato consultivo di progetto, il 60% sono donne. Questo dato è in controtendenza rispetto a un 10% di donne che partecipano con ruoli decisionali nelle farm, in media.
Il caffè in Yemen può essere considerato un vero e proprio catalizzatore di pace e prosperità.