L’India punta sulla blockchain per garantire la tracciabilità del proprio caffè. Il primo progetto pilota di una app di mercato fondata su questa tecnologia è stato annunciato la settimana scorsa in contemporanea dal segretario indiano al Commercio Anup Wadhawan a Delhi e dal direttore esecutivo dell’Ico José Sette a Nairobi, dove si trovava per il lavori del 124° Consiglio internazionale del caffè.
Coffee Blockchain initiative – questa la denominazione del progetto, promosso dal Coffee Board of India – è stato annunciato dal ministro indiano del commercio Suresh Prabhu già lo scorso settembre. La messa a punto ha richiesto però circa 6 mesi, vista la complessità del meccanismo che è stato necessario predisporre.
“C’erano oltre una ventina di stakeholder da 3 paesi diversi. Abbiamo dovuto coinvolgerli tutti e poi collaudare la piattaforma. Credo che si tratti del terzo tentativo di creare una blockchain per il caffè, dopo quelli compiuti da Francia ed Etiopia” ha dichiarato Srivatsa Krishna, ceo e segretario del Coffee Board.
“In India ci sono circa 454 mila ettari coltivati a caffè da 366 mila produttori (per il 98% piccoli produttori) i cui guadagni sono modesti” ha dichiarato Krishna. L’utilizzo della blockchain punta dunque a premiumizzare il loro caffè, introdurre la tracciabilità di filiera “dal chicco alla tazzina” e ridimensionare il ruolo degli intermediari.
La soluzione basata su blockchain è stata sviluppata in collaborazione con Eka Software Solutions.
Manav Garg, fondatore e ceo della società, ha dichiarato. “Con l’attivazione di questa piattaforma siamo certi che il Coffee Board aiuterà il settore indiano del caffè a farsi strada nel segmento premium del mercato internazionale. Contribuendo a fare dell’India uno dei tre massimi produttori mondiali di caffè”.