Money and roast coffee bean.
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“Prima untori, ora speculatori. Non possiamo accettare di essere trattati così! In questo momento i pubblici esercizi hanno un’unica priorità: riportare le persone nei locali garantendo loro il massimo della sicurezza e della convenienza.
Attaccare in modo indiscriminato l’intero comparto dei pubblici esercizi, alzando un polverone ingiustificato sull’aumento dei prezzi, non è soltanto discutibile sul piano della responsabilità ma anche in termini legali, ecco perché come Federazione metteremo in campo ogni iniziativa per tutelare l’immagine della categoria.

Molti imprenditori hanno riaperto per dare un segnale di fiducia pur consapevoli che in tanti casi i costi saranno ben superiori agli introiti a causa dei pochi clienti, altro che rincaro dei prezzi”.
Così Aldo Cursano, Vicepresidente Vicario di Fipe – Federazione Italiana Pubblici Esercizi in una nota a commento delle recenti notizie sul rincaro dei prezzi del caffè nei bar.

 

“Siamo alle solite. Ogni volta che ci troviamo ad affrontare una situazione difficile in cui sono in gioco imprese e posti di lavoro parte un’azione preordinata che vuole trasformare in speculazione pochi casi sparsi qua e là per la penisola.
È successo con il passaggio dalla Lira all’Euro e si ripete oggi in una situazione ancora più difficile di allora. Non sono passate neppure 24 ore dalla riapertura dei bar dopo 69 giorni di lockdown che alcuni presunti rincari diventano il presupposto per denunciare un diffuso e pesante aumento dei prezzi in bar e ristoranti.
Saremmo curiosi di vedere quali sono i dati che hanno portato a tale conclusione. Pur confidando nel fatto che le statistiche ufficiali smentiranno queste fantasiose ricostruzioni siamo preoccupati dal danno di immagine e reputazione al settore che deriverà da queste statistiche fai da te, proprio nel momento in cui si lotta per sopravvivere.
Per quanto ci riguarda non smetteremo di ricordare alle imprese che occorre far leva su iniziative di promozione e comunicazione in grado di riportare i clienti nei locali.
Per questo abbiamo realizzato la piattaforma www.cirivediamopresto.it nella quale, attraverso la possibilità di acquistare voucher a prezzo scontato, l’incontro tra imprese e consumatori è vantaggioso per entrambi”.
Sbraga: «E sulla movida daremo indicazioni precise agli iscritti»
Da segnalare, sempre in ambito Fipe, l’intervento sulla polemica dei giovani e la movida il direttore del centro studi dell’asociazione, Luciano Sbraga, mentre i governatori di alcune regioni dopo la riapertura di bar e locali il 18 maggio minacciano di richiudere nuovamente tutto, se si registreranno altri “pericolosi” assembramenti.

 

“Dopo quasi 70 giorni di lockdown c’è tanta voglia di muoversi e soprattutto c è tanta voglia di uscire da parte dei giovani – spiega Sbraga, intervistato da Askanews nella sede di Fipe-Confcommercio a Roma, auspicando – Adesso vanno contenuti in qualche modo. Non vorrei che passasse il messaggio che scambia la causa con l effetto. La causa di questa situazione non sono i bar, sono i comportamenti delle persone che non sono comportamenti adeguati alla situazione. Allora noi vogliamo collaborare per evitare che ci siano assembramenti, ma dobbiamo avere la consapevolezza che il problema non è in capo ai gestori delle attività, ma il problema è in capo a tutti, a tutta la società”.
“Noi facciamo la nostra parte e faremo anche comunicazione in questo senso, dicendo ai nostri imprenditori di essere attenti, di mettere cartelli e dare indicazioni, però qui ci vuole la responsabilità di tutti”, sottolinea. “Se noi abbiamo dei consumi che rispettano il distanziamento di un metro e poi ci sono persone che prendono l aperitivo e rispettano le distanze, questo lo dobbiamo accettare, non possiamo pensare che la gente non esca, deve uscire rispettando le regole”, conclude Sbraga.