Nonostante il secondo anno segnato ancora dalla pandemia, il caffè non è amaro per i Lavazza, anzi. Qualche giorno fa, infatti, l’assemblea di Finlav, holding di famiglia controllata dalle due accomandite Alberto Lavazza & C. e Emilio Lavazza & C. che raggruppano i diversi rami della dinastia torinese, ha deliberato la distribuzione di un dividendo complessivo di 42,2 milioni di euro (superiore ai 35,1 milioni incassati lo scorso anno) tratto per 31,2 milioni dall’utile ordinario 2021 (che si confronta con quello di 49,4 milioni del 2020) e per il restante dalla riserva utili portati a nuovo che si riduce in tal modo a 196,1 milioni.
Il calo del profitto civilistico è dovuto alla cedola proveniente dalla controllata operativa industriale Luigi Lavazza (a bilancio per 445 milioni) diminuita anno su anno da 50,1 a 33 milioni. L’assemblea dei soci di Finlav, che ha riconfermato il consiglio d’amministrazione uscente e la carica di presidente a Francesca Lavazza, ha approvato anche il bilancio consolidato 2021 che ha registrato un utile salito anno su anno da 71 a 105 milioni a fronte di ricavi netti progrediti da 2 a 2,3 miliardi e un ebitda migliorato da 252 a 312 milioni.
C’è anche la Gbh di Gerardo Braggiotti con l’1,76% tra i nuovi soci di Virgin Fibra, società creata dalla britannica Virgin di Richard Branson per lanciare in Italia un’offerta in fibra a marchio Virgin e affidata alla guida di Thomas Mockridge, ex ceo di Sky. Qualche settimana fa, infatti, si sono chiusi i tre aumenti di capitale lanciati a fine dello scorso luglio dalla Fulmine in mano srl (che ha poi cambiato nome, appunto, in Virgin Fibra), costituita dalla Fim Holding dello stesso Mockridge. Le ricapitalizzazioni erano costituite da una prima riservata a Fin Holding da 250mila a 1,75 milioni con un sovrapprezzo di 2,5 milioni mediante conferimento in denaro, da una seconda di 2,1 milioni con un sovrapprezzo di 5,7 milioni riservata a Corvina Holding (veicolo del gruppo Virgin) e l’ultima di 1,2 milioni con un sovrapprezzo di 5,1 milioni riserva a terzi. Alla fine il libro soci vede Corvina Holding detenere oltre il 40%, Fim Holding il 37,4%, Mockridge personalmente il 7% circa, Luca Bombassei (figlio di Alberto, patron di Brembo) il 3,5%, e con una quota analoga la Sorad Holding dell’imprenditore napoletano Raffele Di Nardo azionista di controllo di Juice (rete di 1.500 agenti sul territorio nazionale per la vendita porta a porta, che ha lavorato per Infostrada, Sky, Tim e Wind).
Nel libro soci compaiono poi fra gli altri Braggiotti, con una quota analoga Mario De Benedetti (figlio del defunto Camillo, cugino di Carlo) e la Elilani di Raffele Vitale, nipote del defunto Guido Roberto, oggi manager per l’Italia del private equity Pai Management (gruppo Bnp Paribas). Figurano poi con lo 0,88% Branca International, holding della famiglia produttrice dell’omonimo famoso fernet, e con quote minori Marco Pistoni (senior vice president di Dazn), Giorgio Stock ex presidente di WarnerMedia, Giuseppe De Spirt presidente di Neosurance e la Ubk di Ezio Simonelli, noto commercialista milanese fra l’altro presidente del collegio sindacale di Mediaset.