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C’è fermento nel mondo del caffè. La bevanda nera piace sempre di più e alcuni mercati sono più dinamici di altri, sia in Europa che Oltreoceano, ma anche nei paesi asiatici.

In Germania e in Usa riprende il consumo fuori casa
Dopo due anni difficili per i consumi fuori casa di caffè, il mercato tedesco è oggi in ripresa. Lo conferma uno studio condotto dalla German Coffee Association. In generale, nel secondo quarter di quest’anno sono state consumate in media 3,8 tazze pro capite al giorno; il 5% in più rispetto al 2021 e ben il 9% in più rispetto al 2019. A contribuire maggiormente a questa crescita sono stati proprio i consumi Afh. Tra aprile e giugno 2022, infatti, il consumo di caffè nei locali è aumentato del 56% rispetto al 2021 e del 21% confrontandolo con i dati prima della pandemia nel 2019.

Caffetterie e caffè pasticceria stanno aumentando le vendite anche in Usa, a discapito dei consumi nei ristoranti, che invece sono in calo. Si parla di quasi un 2% in più a giugno 2021, in conseguenza sia del ritorno al lavoro in ufficio, sia per il valore rituale del caffè, a cui il consumatore non è disposto a rinunciare.

Mercato cinese in crescita
Le importazioni di caffè in Cina sono cresciute del 30% nell’annata 2020/2021. Sono stati importati 3,8 milioni di sacchi e secondo fonte Usda, il mercato cinese del caffè vale 16 miliardi di dollari e si presenta dinamico e in crescita, non solo nelle metropoli di prima fascia, ma anche in quelle di seconda e terza fascia. I consumi pro-capite sono ancora relativamente bassi (si parla di 2/3 tazzine a settimana), ma i consumatori ammontano a 350 milioni. Cifre che hanno destato l’interesse di colossi internazionali del caffè, come McDonald’s, che ha intenzione di espandere il proprio brand di caffetterie Mc Café nel paese, proprio per rispondere alla domanda di un mercato in forte crescita. Si prevedono infatti circa 1000 nuove aperture nei prossimi tre anni, che si affiancheranno agli attuali 2500 locali già presenti.

Giappone e Vietnam: sempre più caffetterie
Il Giappone, con i suoi otre 7 milioni di sacchi, rappresenta uno dei più importanti mercati mondiali del caffè. Qui si beve molto il caffè in lattina (invenzione risalente agli anni ’60), ma anche le caffetterie sono apprezzate. Tanto che Starbucks, presente nel paese dalla seconda metà degli anni ’90, nel 2019 ha aperto la sua quinta Reserve Roastery. I consumatori giapponesi mostrano anche interesse per i caffè specialty che, secondo Sca Japan, valgono oggi il 10% del mercato.

Caffetterie e sale da te sono ripartite anche in Vietnam, dove la fine della pandemia ha segnato una ripresa dello sviluppo soprattutto a opera di insegne nazionali. PhinDeli Café, che vanta già una ventina di locali, prevede di aprirne altri 100 entro l’anno; mentre Katinat Saigon Kafe incrementerà i suoi locali da 30 a 50.

Italia grande esportatore
Negli ultimi 10 anni l’Italia si è ritagliata un ruolo di primo piano nelle esportazioni di caffè torrefatto. Nel 2021 sono state esportate, secondo Nomisma – Agrifood Monitor, 295mila tonnellate, per un valore complessivo di 1,8 miliardi di euro. I paesi top importer per il caffè trasformato in Italia sono Germania e Francia, che importano rispettivamente il 15,6 e il 9,6 per cento del valore, ma il caffè torrefatto all’Italiana piace sempre di più anche al di fuori dell’Ue, in particolare negli Usa che, nel 2021, hanno importato per il 6,2% del valore, con trend in crescita.