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I rincari dell’estate 2021 non risparmiano neppure il caffè. Il prezzo della tazzina, infatti, ha subito un certo rincaro da nord a sud. In linea generale, il caffè ha visto un aumento del 40% nel giro di un anno. Lo scorso anno era di 100 centesimi a libbra, contro i 1444 centesimi di quest’anno. A spiegare come stanno le cose è stato Luciano Sbraga, vicedirettore generale Fipe Confcommercio ad Agi:

“Sul mercato italiano si registra un incremento del 20-25%: la miscela che veniva importata a 6 euro ora viaggia sugli 8 euro. Ma in una tazzina ci sono circa 7 grammi di caffè, e l’incidenza sul prezzo finale è del 20%, cioé 17-18 centesimi su 1 euro. Quindi anche un aumento di un paio di euro al chilo di caffè verde non può avere riflessi importanti sul prodotto finale”.

 

La speranza insomma è che non ci saranno altri aumenti sulle materie prime, ne andrebbe anche della sopravvivenza dei bar. Infatti, a causa della pandemia molti esercenti devono ancora riprendersi dalle chiusure. Basti pensare, come ha sottolineato Braga, che prima della pandemia molti bar producevano una media di 175 tazzine di caffè per un 32% di fatturato.

Quanto costa il caffè da Nord a Sud
A livello regionale, per quanto riguarda il prezzo del caffè al bar, gli aumenti sono stati di circa l’1,4% in un anno. Ad esempio, a Reggio Calabria il costo di un caffè è di circa 88 centesimi, contro i 90 di Napoli, i 93 centesimi di Roma, 1,09 a Torino, 1,10 a Modena, Ravenna e Belluno e 1,11 euro a tazzina a Bologna. In linea generale più si sale e più il costo aumenta.

E se il caffè è aumentato abbastanza nell’ultimo anno, i rincari ormai sembrano riguardare anche altre voci di spesa.