Nonostante la produzione in netta ripresa, l’export del Vietnam ripartirà solo parzialmente nel 2021/22 risentendo ancora della crisi logistica, che continuerà a penalizzare anche gli imbarchi verso l’Italia. Le cifre del nuovo report semestrale di Usda delineano prospettive positive per quanto riguarda il raccolto di quest’anno.
La previsione è di un raccolto di 31,1 milioni di sacchi, contro i 29 milioni del 2020/21.
La produzione di robusta crescerà di quasi 2 milioni di sacchi attestandosi attorno ai 30 milioni. Quella di arabica di 150 mila sacchi risalendo a 1,1 milioni. L’area coltivata ad arabica ha subito una contrazione nel Lam Dong, ma è rimasta stabile nelle province settentrionali di Son La e Dien Bien.
A motivare l’ottimismo degli esperti dell’ufficio di Hanoi, il buon andamento climatico nel corso dell’anno. Le precipitazioni sono state, nel complesso, al di sotto delle medie storiche, ma al di sopra dei livelli dell’anno scorso.
E, soprattutto, le piogge sono arrivate puntuali favorendo lo sviluppo del raccolto nelle principali aree del paese a destare qualche preoccupazione è però l’andamento degli ultimi mesi. Tempeste e depressioni tropicali hanno portato una piovosità superiore alla norma negli altipiani centrali destinata a continuare anche a dicembre.
Le anomalie indotte dal fenomeno La Niña potrebbero portare precipitazioni fuori stagione anche tra gennaio e marzo. Queste condizioni meteorologiche rischiano di ostacolare le operazioni di raccolta e ripercuotersi sulla qualità, sostengono fonti dell’industria.
La pandemia ha riscosso un pesante tributo sull’export. Le misure sanitarie, soprattutto tra luglio e settembre, hanno limitato la mobilità interna e costretto i principali porti, a cominciare da quello di Ho Chi Minh City, a una operatività ridotta, anche a causa della scarsità di manodopera.