La caffettiera a stantuffo, meglio nota come caffettiera alla francese, è in realtà molto italiana. Infatti, si ritiene sia stata inventata dal designer italiano Attilio Calimani nel 1929. Essa subì numerose modifiche da parte di Faliero Bondanini, che brevettò la propria versione nel 1958 e ne iniziò la produzione in una fabbrica francese di clarinetti, la Martin SA. La sua popolarità crebbe presto e fu incrementata nel 1965 grazie al suo utilizzo mostrato nel film Ipcress con Michael Caine. Fu diffusa in Europa dall’azienda britannica di articoli per la casa Household Articles Ltd. e da quella danese Bodum. Ma, nonostante le sue origini italiane, viene considerata strettamente legata alla cultura d’Oltralpe.
Preparare un caffè alla francese è una delle tecniche a infusione più valide, perché permette agli oli naturali e alle proteine del caffè di rimanere intatti. Inoltre, non dovendo utilizzare alcun filtro di carta, gli esperti ritengono che produca un caffè molto puro.
Per preparare il caffè con questa caffettiera è necessario partire da un macinato grossolano, quindi è necessario provvedere a macinare da sé i grani: l’uso della classica polvere otturerebbe lo stantuffo, impedendo la preparazione della bevanda.
Quindi, per realizzare l’infusione è sufficiente porre il caffè sminuzzato nel contenitore, in dosi di circa 20 g per 100 mL di acqua, e versare sullo stesso la giusta porzione di acqua precedentemente riscaldata ad ebollizione incipiente. Trascorsi circa 4 minuti, è sufficiente abbassare lentamente lo stantuffo per ottenere un caffè limpido, pronto per essere servito.
Non resta che godersi un’esperienza sensoriale alternativa alla tipica concezione italiana del caffè!