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Buone notizie (scientificamente provate) per i grandi amanti dell’espresso. Le nuove linee guida dell’American Cancer Society  indicano nel caffè un alleato per ridurre il rischio di 5-6 tipi di cancro. In particolare gli specialisti si riferiscono al fegato, all’endometrio, alla bocca (faringe e laringe) al melanoma e al tratto digerente.

Poco più di un anno fa il caffè era stato “assolto” dall’accusa di essere fattore di rischio per il cancro ora diventa alleato della prevenzione. Alle conclusioni i ricercatori sono arrivati, oltre che dall’analisi di un importante numero di studi, anche dall’associazione dei modelli dietetici con i fattori coinvolti nell’insorgenza di una neoplasia. Non è, comunque, ancora ben chiaro il meccanismo secondo cui il caffè avrebbe effetti benefici.

 

La bevanda, è noto, contiene centinaia di composti biologicamente attivi, tra cui caffeina, flavonoidi, lignani e altri polifenoli, che prendono parte ai processi fisiologici dell’organismo tra cui dispendio energetico, riparazione del Dna e processi antifiammatori. Non solo, quindi, non sussistono associazioni tra il consumo della bevanda e l’insorgenza tumorale, in nessun organo, ma anzi il caffè svolgerebbe un ruolo protettivo.
Una vasta letteratura scientifica riporta anche altri benefici associati ad un moderato consumo di caffè: dalla memoria alla concentrazione, dalla performance fisica al rallentamento del fisiologico declino cognitivo legato all’età. Consumo moderato significa non superare i 4-5 caffè al giorno (80-100 milligrammi di caffeina contro i 30-40 di una bibita “caffeinata” e i 30-50 di una tazza di tè verde) facendo attenzione a diminuire le dosi se dovessero comparire insonnia, tremolii, ansia o tachicardia

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Di Massimo Prandi

Massimo Prandi