Di Federico Silvestre.
Il caffè, nella cultura culinaria Mediterranea, in particolare su quella Italiana ha una rilevanza non indifferente; da decenni infatti, questo prodotto è alla base della nostra quotidianità. Dopo averlo provato veniamo catturati dal suo sapore inconfondibile e dagli effetti a dir poco fulminanti che caratterizzano questo prodotto. Tuttavia, per quanto possa essere un tassello fondamentale della cultura italiana, in pochi si sono chiesti cosa comporta l’assunzione sul lungo periodo di questa bevanda, che per quanto riguarda una grande fetta della popolazione funge da motore lavorativo.
Grazie a diversi studi scientifici si è riusciti a dimostrare che il caffè, come ogni altra cosa, comporta dei rischi, se assunto in modo sconsiderato (presupposto che in Italia va spesso a concretizzarsi), da non prendere sotto gamba. Uno dei danni principali della quale è portatore può manifestarsi a livello gastrico, con la comparsa di disfunzioni al sistema digerente, il tutto è dato dall’elevata acidità della bevanda che va a creare squilibri che implicano la variazione del pH e conseguenze annesse. Può inoltre incrementare le problematiche riguardanti l’insonnia, le vampate di calore e l’ipertensione, data la capacità stimolante del caffè sull’attività cardiaca e nervosa e; se addizionato a anche minimi quantitativi di zucchero si annulla l’attività lipolitica (scomponimento di grassi). Infine svolge una funzione attiva nel inibizione dell’assorbimento di calcio e ferro che può portare a mancata calcificazione delle ossa che può portare a gravi casi di osteoporosi.
Parliamo adesso dei benefici di questo prodotto, saltano subito all’occhio le interessanti proprietà della caffeina tra le quali possiamo trovare la stimolazione dell’attività peristaltica grazie all’azione neuro-recettiva dell’acetilcolina, aiutando così a regolare lo smaltimento delle minzioni. A questo effetto vanno ad aggiungersi la capacità tonificante, antiossidante, psicoattivante, infiammatoria, lipolitica e anoressizzante, ovvero la capacità di far diminuire drasticamente l’appetito (se assunto in dosi massicce).
Tramite recenti studi si è potuto fissare un ragionevole limite per l’assunzione di caffè, e quest’ultimo si aggira intorno ai 300 milligrammi giornalieri, il che sta a significare che prendere più di 5 espressi o 3 moka al giorno può risultare dannoso per nostra salute.