Il caffè ed i derivati vengono attivamente studiati poiché ricchi di composti polifenolici, che agiscono sulla salute mentale, modulando plasticità cerebrale, comportamento, umore, depressione e cognizione. Svolgono inoltre attività biologiche importanti: le loro proprietà antinfiammatorie ed antiossidanti, possono proteggere le cellule dallo stress.
La caffeina contenuta nel caffè è un noto stimolante del sistema nervoso centrale e potrebbe influenzare i disturbi affettivi.
Alcuni degli effetti positivi della caffeina, come ridurre la depressione e migliorare l’umore e le prestazioni, possono essere contrastati dalle azioni negative che lo stress esercita sulla salute mentale. Tra gli adolescenti, in particolare, l’assunzione settimanale di caffeina incrementa i livelli di ansia e di depressione, soprattutto tra le femmine.
La caffeina, infatti, eleva i livelli di dopamina e noradrenalina, aumentando l’umore generale, ma creando dipendenza. D’altra parte una sua astinenza provoca sintomi spiacevoli.
Sebbene i risultati dello studio indichino un ruolo protettivo del consumo di caffè contro la depressione, sono necessari ulteriori studi prima promuoverne l’uso nella popolazione generale per tali problematiche. Ad esempio, è necessario considerare il contenuto di zucchero o latte, che potrebbe incidere sugli esiti comportamentali legati all’assunzione di queste bevande.
Inoltre impiegare tè, cacao o caffè in un contesto di alimentazione emotiva per innalzare l’umore non produce alcun beneficio duraturo e marcato, contribuendo invece ad un’affettività disforica. Se impiegati in una dieta equilibrata non innescano necessariamente circoli virtuosi o viziosi, viceversa, un loro consumo eccessivo o l’evitamento è probabilmente indicatore di abitudini alimentari disturbate come la bulimia o l’ortoressia.