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Una guida per comprendere come il caffè protegge dai tumori secondo il Centro Veronesi. “Na tazzulella ‘e cafè” cantava l’impareggiabile Pino Daniele. E come dargli torto? Oltre alla indubbia e immediata carica energetica che fa entrare in circolo, il caffè si rivela un valido alleato anche per altro. Vale a dire per il cuore e contro l’insorgenza di certe patologie. E se a rilevarlo sono pure ricercatori scientifici, la cosa diventa interessante non solo per il palato. Ciò che forse non si conosce così bene, è la stretta relazione che può intercorrere tra l’assunzione morigerata di caffè e l’effetto scudo. Uno scudo che può rivelarsi molto efficace specie contro certe patologie oncologiche. Vediamo quindi ora di approfondire come il caffè protegge dai tumori secondo il Centro Veronesi.

 

 

Alcuni recenti studi scientifici hanno scoperto che il caffè può svolgere un ruolo di protezione rispetto al rischio di sviluppare patologie tumorali. In particolare, il focus va posto sulle forme oncologiche a carico del fegato. Secondo quanto documentato e riportato dalla Fondazione Veronesi, il consumo moderato di caffè può ridurre del 40% il rischio di sviluppare tumori epatici. Quello che in gergo medico si definisce “carcinoma epatocellulare” verrebbe così a ridurre la sua incidenza, a seguito di un consumo moderato di caffeina. Che significa “moderato”? Che non si dovrà mai superare la soglia limite di tre tazzine al giorno.

Ulteriori studi, resi noti tramite pubblicazioni sull’ European Journal of Epidemiology, estenderebbero ancora la portata benefica, legata al consumo di caffè. Il presupposto però resta sempre che se ne faccia un uso moderato. Fatta questa dovuta premessa, vediamo cosa è stato ulteriormente rilevato. Riportando testualmente quanto evidenziato, il caffè induce la riduzione del rischio di mortalità in caso d’insorgenza di tumori a carico del colon-retto e del fegato per l’appunto.

 

 

Il caffè sarebbe inoltre un valido alleato pure contro lo sviluppo di malattie cardiovascolari. Indubbiamente buone notizie per chi è un modesto consumatore di caffè. Ovviamente la caffeina resta, in buona misura, preclusa per certe categorie di persone. Si pensi a chi soffre di disturbi del sonno, specie nelle ore serali, ma anche a chi soffre di aritmie cardiache o alle donne in stato interessante. Fatte le dovute eccezioni, via libera dunque a qualche “tazzulella ‘e cafè”.

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Di Massimo Prandi

Massimo Prandi