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La gravidanza è un periodo in cui le persone incinta sono chiamate a fare più attenzione del solito alla propria salute, al proprio stile di vita e e alla propria alimentazione. Sulla base di ciò che si conosce, i medici forniscono raccomandazioni utili per chi sta intraprendendo questo percorso, ma gli studi per capire cosa sia sicuro mangiare – e bere – e cosa invece può causare danni al bambino in via di sviluppo sono ancora in corso. Un’area di ricerca costantemente oggetto di studio riguarda l’impatto della caffeina durante la gravidanza.

In questo senso, è arrivata una notizia rassicurante: secondo un nuovo studio, pubblicato sull’International Journal of Epidemiology, bere quantità moderate di caffè durante la gravidanza molto probabilmente non contribuirebbe a causare risultati come nascite premature, aborti spontanei o i casi di bambini “nati morti”.

Gli autori di questo studio hanno utilizzato un metodo chiamato “randomizzazione mendeliana” (MR). La dottoressa Gunn-Helen Moen, che ha condotto le ricerche, ha spiegato a Medical News Today:

“Abbiamo utilizzato analisi genetiche per imitare uno studio di controllo randomizzato, utilizzando otto varianti genetiche associate al consumo di caffè che predicono il comportamento di chi consuma caffè.”

Mentre Brian Power, un medico che non ha preso parte allo studio, ha sottolineato l’utilità di questo metodo:

“Il team di studio ha utilizzato un approccio genetico chiamato randomizzazione mendeliana, che utilizza differenze genetiche naturali per simulare gli effetti di uno studio clinico, per testare gli effetti della caffeina sugli esiti della gravidanza. L’uso di questa solida analisi genetica su una vasta popolazione aiuta a rimuovere gli errori dai risultati.”

I risultati dello studio hanno quindi suggerito che il caffè, molto probabilmente, non contribuisce ad aborti spontanei, nati morti o parto prematuro. Invece, si è notato come il consumo di caffeina potrebbe essere associato a un peso più elevato del bambino alla nascita, anche sei gli autori hanno specificato che “l’entità dell’effetto era inconsistente“.